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      Così la sua analisi è mescolata di malizie, d'ironie, di motti arguti, di riflessioni piccanti, e la sua espressione è così colorita, che spesso nelle cose si sente l'impressione, e nell'impressione3 traspariscono le cose: onde il suo stile, mentre è sempre semplice e preciso, è insieme sempre spiritoso. Ed è ancora altamente pittoresco, perché il poeta, oltre ad una eminente facoltà di analisi, possiede una potente immaginazione. Appunto perché le cose fanno sul suo spirito una così viva impressione, le qualità più astratte, le nozioni più astruse, i fenomeni più spirituali prendono faccia e gli si movono innanzi come esseri animati. E come tutto nasce da osservazione diretta delle cose nella loro individualità, quei colori non hanno niente di comune, e nascono con esse le cose. Non vi sorprendi mai ripetizione o reminiscenza di colorito; tutto è nuovo, perché tutto è proprio e non si rassomiglia che a se stesso, a quel modo che nessun individuo si rassomiglia con altro. Onde avviene che tanti personaggi, tanti fenomeni, tante malizie, tante apparizioni lasciano nel tuo spirito sempre una immagine, che te ne conserva la memoria. Fino il Griso e il Nibbio, fino Gervasio e Tonio, chi può dimenticarli? attaccati i loro nomi a certi tratti plastici e caratteristici, che ti s'improntano nell'immaginazione. Nessuna malizia ti sfugge, nessuna ironia ti lascia indifferente; non ci è apparizione sì piccola e insignificante che non abbia una sua faccia propria, se non altro, per dirti che la è piccola e insignificante.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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