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      l sentimento, allora si sente riconciliato con sé. Quando sopraggiunge l'indifferenza, l'incredulità, ed ei si accorge che i fantasmi sono un giuoco, che quel mondo è capriccioso, sorto a caso, e vede la dissoluzione degl'ideali, allora tristezza profonda lo invade, ride d'un riso amaro, come quello di cui si vede qualche segno nel pazzo: ciò costituisce l'umore tedesco, quale lo studieremo in Heine. L'ideale romantico è questa intimità, questa malinconia, quest'umorismo. Che forma prende? Forme gotiche: grandi ombre in mezzo alla luce; ci è l'indefinito, il vago, il misterioso, il fantastico, ci si vede l'uomo che abita nelle ombre. Qui non trovate niente di reazione, trovate la manifestazione d'un gran popolo, un nuovo mondo venuto dalle viscere del paese, il sentimento nazionale. Questa scuola romantica càpita in Francia quando in Germania già aveva perduto il suo regno, colla filosofia di Goethe e di Schiller. Trova un popolo dedito alle applicazioni sociali, che oggi diremmo positivo, in mezzo alle sue grandi lotte. Ci era una letteratura ufficiale e falsa, perché tutte le letterature auliche fioriscono nel falso. La letteratura imperiale era in Francia quello che in Italia la letteratura del regno italico di Eugenio Beauharnais. Il Giordani scriveva il panegirico di Napoleone, il Cesari disputava di lingua e traduceva Terenzio, il Monti scriveva la Musogonia e la Proposta, l'Istituto Lombardo era in fiera lotta con la Crusca. Il grande contenuto di Alfieri e di Foscolo è sciolto nelle ultime poesie, sonetti e canzoni che il Monti faceva a chiunque ne chiedesse.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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