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      Può aversi cosa più commovente di questa? Ma il poeta cerca qualche cosa che vi renda comprensibile il soprannaturale, e il soprannaturale compreso è distrutto. Egli immagina l'uomo nell'abisso profondo da cui ha bisogno di alzarsi per forza di altri, di Cristo; e vi fa il magnifico paragone del masso. Che impressione sentite leggendo quei versi? Vi trovate in cospetto del Dio? Avete il raccoglimento religioso? No. Rimanete maravigliati innanzi al masso, troppo ben descritto, che da accessorio rimane il principale della poesia. E son certo che molti di voi ricordano il paragone ed han dimenticato la cosa a cui si riferisce, o ignorano a che proposito sia stato fatto. Qui dunque non ci è l'ideale del tedesco, ci è l'immaginazione chiara e plastica italiana.
      Gli angioli scendono in folla dal cielo per annunziare la nascita di Gesù ai pastori. Come tratta di questo la Scrittura? Con pochissime parole: «claritas Dei circumfulsit illos». Lo scrittore biblico, con la semplicità degli uomini di fede, non ha bisogno di spiegare, ricamare il soprannaturale. Qui vedete gli angioli:
     
      accesi in dolce zelo,
      Come si canta in cielo,
      A Dio gloria cantar.
     
      E il poeta vuol seguire l'ultima impressione di quella musica:
     
      L'allegro inno seguirono,
      Tornando al firmamento:
      Tra le varcate nuvoleAllontanossi, e lento
      Il suon sacrato ascese,
      Fin che più nulla inteseLa compagnia fedel.
     
      Vedete gli effetti di questo suono, che commuove l'immaginazione del poeta il quale fa magnifici paragoni; avete rappresentazione esterna, superficiale, non intima.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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