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      Ebbene, Manzoni su questo mondo di violenze gitta l'ideale di un mondo morale più elevato, più civile, cristiano: questo ideale è Adelchi. Vediamolo in diversi tratti della tragedia.
      La sorella di Adelchi, Ermengarda, reietta da Carlo, si presenta alla casa paterna: il primo pensiero del padre è: vendetta! Adelchi pensa alla sorella, cerca di consolarla, di rianimarla. Vedete in mezzo a tempi di violenze barbariche sorgere un sentimento delicato: l'amore, la pietà verso la sorella.
      Desiderio maturava grandi disegni, sentiva che fino a quando il papa fosse stato a Roma, egli avrebbe avuto i Franchi e Carlo sulle spalle. Voleva che il papa fosse «re delle preci, signor del sacrificio», ed occupare egli il soglio temporale. Notate da quanto tempo la idea storica (Desiderio è un personaggio storico) dell'unità d'Italia si è presentata allo spirito. E poi quante vie, quanti modi si dovettero tentare perché divenisse matura!
      Il papa chiama Carlo che viene in Italia con un esercito, dopo aver ripudiato la moglie, figlia di Desiderio, appartenente a famiglia di scomunicati: i papi già avean cominciato a scomunicare.
      Desiderio ed Adelchi, padre e figlio, stanno in presenza. Cosa vuol Desiderio? Ei non respira che vendetta per la figlia, vuol finirla con Roma, vuole consolidare il regno longobardo, estenderlo in tutta Italia: grandi progetti di re. Egli re, longobardo, ama la patria, la famiglia, tiene in mira fini politici e domestici, - tutte cose che costituiscono l'uomo.
      Adelchi consiglia a Desiderio di restituire le terre usurpate al papa, di stringersi a lui in amicizia.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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