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      Dritto... -
     
      È una maledizione contro il mondo lanciata da un uomo che già gli volge le spalle. Egli muore ed ha sul labbro un'ultima preghiera, un'aspirazione verso l'altra vita:
     
      - Vengo alla pace tua: l'anima stancaAccogli... -
     
      Ecco, abbozzati nei tratti della tragedia, i lineamenti dell'eroe cristiano, presentatoci da Manzoni.
      Che cosa è desso? È l'uomo cristiano che già abbiam veduto spuntare negl'Inni, il quale si realizza qui fra le lotte barbariche; egli sente che quell'opera che egli fa è iniquità, e la fa, la fa perché il padre gliel'impone; la fa, ma come un uomo che non compie un dovere per passione, che non ci si mette con tutta l'anima sua, senza un generoso scopo, ma per ubbidienza. Quest'uomo guarda senz'interesse i grandi avvenimenti che si svolgono intorno a lui e che dopo tanto tempo colpiscono ancora la nostra immaginazione di spavento. Ma non ha egli patria, non famiglia, non regno, non ha il sentimento di quella catastrofe storica? Tutto ciò è cosa secondaria per lui, non lo riscalda, non lo spinge ad operare: egli ha l'ideale di un mondo morale più elevato ed opera contrariamente al suo ideale per ubbidienza, in mezzo a un mondo di violenze da cui si sente trascinato come canna.
      Ecco dunque il concetto di quell'ideale. E che cosa è questo? È un ideale mancato, un abbozzo, è la prima apparizione di un nuovo orizzonte poetico di contro al secolo XVIII; è, per dirlo con la frase di Dante, una concezione «in cui formazion falla»; concezione non giunta alla forma, all'uomo vivo.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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