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      - Oh! non avesse maiViste le rive del Ticin Bertrada! -
     
      A chi parla? Non risponde al fratello, parla sola, a se stessa, esprime un sentimento che le viene dall'udire le parole di Adelchi. Che cosa vuoi dire questo sentimento? Cerchiamo di tradurlo in lingua volgare, per intendere la differenza tra la grande poesia, [tra] l'espressione poetica e la volgare.
      Ermengarda vuol dire: - Il mio fato fu deciso quel giorno che Bertrada mi vide, giorno fatale nella mia storia: non è possibile rifare la mia vita, un giorno solo l'ha cancellata - . Un poeta volgare, come Vincenzo Monti, queste idee le avrebbe esposte in versi bellissimi, ma esse sono parte astratta del sentimento. Il poeta qui fa che Ermengarda parli ad Adelchi, e non gli dica quelle idee; ella ricorda con dolore che Bertrada decise del suo destino: in bocca a lei non sono ragionamenti, non v'è analisi, ma ricordanze. E notate l'espressione di queste memorie: ella non maledice Beltrada, la dice pia, anche nel dolore serba il sentimento della giustizia, non nomina chi l'ha ripudiata, non ha odio, non vuole vendetta. Poche parole bastano a delineare il carattere gentile, cristiano di quell'essere femminile; non ci è via a concetti astratti, ci è il sentimento delle memorie, come si sviluppa nel cuore di una donna.
      Fate attenzione alle differenti espressioni poetiche.
      Alfieri non ha mai un tratto simile, egli fa la poesia con la testa; ciò che ci fa talvolta impressione, di quanto esce da lui, non è sentimento, non ricordo, è qualche concetto, qualche pensiero acuto, che dimostra un'intelligenza incalorita da un'esaltazione fittizia, non da vero sentimento della vita.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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