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      Manzoni non prende per punto di partenza un ideale, ma un fatto realmente avvenuto, ond'egli chiama la sua «tragedia storica», a differenza della tragedia classica. Perciò prima di comporre la tragedia, Manzoni studia cronache, storia, memorie; fa precedere una propedeutica storica, cerca farsi un'immagine al più possibile esatta de' fatti come sono avvenuti. Una volta messo questo punto di partenza in contraddizione col punto di partenza di Alfieri, quali conseguenze ne derivano? Innanzi tutto la composizione non ubbidisce a leggi logiche, non è l'unione di tante proposizioni convergenti alla rappresentazione di un ideale; la composizione qui è la stessa successione de' fatti come la dà la storia: non pedantescamente cronologica, perché anch'egli va da un punto a un altro, salta qua e là; e non è possibile una composizione poetica senza queste «licenze», come lo stesso Manzoni le chiama. Ma possibilmente séguita il cammino della storia, e situa i fatti in modo da non far perdere il legame dell'insieme; perché avendo fatti appiccicati a fatti, con un sol filo cronologico, perdete l'idea della totalità.
      Proseguiamo a vedere le differenze tra questa e la composizione alfieriana.
      Dopo avere ordinata la composizione in questo modo, capite come non si sia più obbligati a mettere i particolari sotto le leggi di unità di spazio e di tempo, anzi s'ingrandisce la trama della composizione, avendoci la successione storica. Manzoni non tien conto dell'unità di luogo e di tempo: offre velocemente, alla fantasia degli spettatori, aggruppati avvenimenti svoltisi in uno spazio larghissimo, in un tempo che oltrepassa parecchi anni.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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