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      Accettiamo la situazione così qual'è, vediamo ora come Manzoni ha saputo trattarla. Che cosa suppone una lotta tra il potere civile e il potere militare? Suppone un processo psicologico, una storia dell'anima umana, rispetto all'uno e all'altro de' due poteri; e siccome questi sono personificati in Marino e nel Conte di Carmagnola, suppone una storia di questi personaggi, un processo psicologico per cui essi cominciando la loro vita d'accordo, giungano di ombra in ombra, di sospetto in sospetto, al punto che Carmagnola è sottoposto al tribunale segreto.
      Di ciò Manzoni stesso è persuaso, e a me piace presentarvelo non solo come poeta, ma anche come critico, perché in que' tempi egli fu uno de' migliori critici. Non già che egli pel primo avesse combattuto quelle regole; avevamo avuto Guarini e Metastasio, i quali aveano allargato i limiti messi all'arte da Aristotile. Eglino difesero l'opera loro come poeti divenendo critici, uno nella sua Apologia, opera straordinaria rispetto al tempo in cui fu scritta, perché vi comparisce in germe ciò che poi fu detto il romanticismo; e Metastasio nell'Estratto della Poetica di Aristotile.
      Manzoni fa una bella riflessione. - Quando voi rinchiudete un fatto drammatico in ventiquattro ore e nello stesso luogo, il processo psicologico - egli dice - diviene impossibile; la storia dell'anima non si svolge in ventiquattro ore, né in così ristretti limiti possono restringersi le fine gradazioni per cui si sviluppa un carattere; avete bisogno di limiti più larghi - . E qui egli fa un magnifico paragone.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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