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      Le scene così ben distribuite, i caratteri così bene accentuati, il patetico così bene ottenuto, formano un complesso che Manzoni chiama «metodo», e Goethe trova la tragedia lodevole pel metodo. Tutto questo ci è, e tutto è degno di lode. È raro trovare una tragedia in cui il metodo, come dice Goethe, o meglio il meccanismo, la consonanza delle parti tra loro, sieno concepiti ed eseguiti con maggior finezza.
      E nondimeno è questa una tragedia ove non spira un alito di vita, tranne in questi momenti patetici notati dal gran poeta tedesco. La tragedia cade perché in mezzo a tanti fatti aggregati insieme non sentite una situazione potentemente rappresentata. Ciò conferma quello che dissi, cioè che per giudicare di lavori si dee in essi distinguere la parte essenziale dall'accidentale. Un lavoro può avere buon meccanismo esterno, caratteri ben disegnati, può avere il patetico ed essere scritto in modo anche superiore a quello del Carmagnola - perché per maneggio di verso è difficile concepire qualcosa di più perfetto - , e ciò nondimeno, quando l'organismo non c'è, o è viziato e manca lo svolgimento, voi dite: - È bello, ma non si muove, ci manca quello spiritus intus alit del poeta - .
      I pregi che nota Goethe nascono da una intelligenza di ordine superiore. Questo saper bene congegnare un insieme, il mettere d'accordo le parti, il saper trovare certi contrasti nella distribuzione delle scene, il concepire le gradazioni de' caratteri - sono finezze che vengono dall'intelligenza ma non da ispirazione artistica, non sono la creazione.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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