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      Vediamo per esempio Parini. Perché è così interessante l'ode A Silvia? Perché ci commove la Caduta? Perché c'è il sentimento drammatico, c'è una situazione di fatto. Nella Solitudine o in altro soggetto astratto non trovate più lo stesso poeta, perché ci avete concetti, non azione. E sarebbe anche il difetto de' Sepolcri di Foscolo, la mancanza di movimento drammatico, essendo quel carme in fondo in fondo un ragionamento del poeta; ma ci vedete penetrare5 quel movimento, e allora trovate quel che è di più vivo in quella poesia, i combattenti di Maratona, Santa Croce, Cassandra, Omero. Levate questi fatti, metteteci descrizioni e ragionamenti, e avrete i Sepolcri di Pindemonte. Già era comparso dunque nella lirica il movimento drammatico, il quale forma la grandezza del Coro del Carmagnola; ma ciò che prima era semplicemente accennato, qui è posto, senza che Manzoni lo sappia, perché lo ha fatto inconsciamente, ed è riuscito meglio di quando ha lavorato da critico, tenendo innanzi il suo Goethe e il suo Schlegel.
      Che cosa è questo Coro? È l'azione drammatica che succede ai due atti precedenti, e che l'autore non può mettere in teatro, come vi mette i capitani; è la battaglia: da una parte sono gli avventurieri di Filippo Visconti, dall'altra quelli del Conte di Carmagnola; non ci sono riflessioni sui fatti di cui si è parlato innanzi. L'autore sotto forma di Coro è presente alla battaglia, ma egli ha ricuperata la sua coscienza, che avea voluto far tacere nel resto della tragedia.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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