Pagina (267/420)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Continuo ad esaminare il movimento dell'ideale e della poesia nel Manzoni.
      L'Adelchi fu l'ultima sua opera in poesia; dopo non si occupa più né di lirica né di tragedia: non più versi, troviamo Manzoni in un altro indirizzo, nel romanzo.
      Egli continua a fare lunghi studi, si ferma sul secolo XVII, concepisce vagamente un fatto e produce il celebre romanzo dei Promessi Sposi, pubblicato nel 1826, quando l'arte italiana già ruggiva, e s'era rimessa sul suo cammino nazionale. Guerrazzi scriveva l'Assedio di Firenze, Niccolini concepiva l'Arnaldo da Brescia.
      Ma guardate il progresso di questo spirito. Ogni volta che prende a fare una nuova opera, si raccoglie in sé, tiene conto delle difficoltà, cerca risolverle, vuol migliorare.
      Il Conte di Carmagnola e l'Adelchi non erano riusciti: Manzoni non s'ostina più nel dramma, Prende altra via, ma càpita ancora nella storia: ha una sua poetica e vi ricasca. - Voglio fare un romanzo, dice a se stesso, ma questo deve avere per base l'avvenuto - .
      Allora erano in gran voga i romanzi di Walter Scott; è evidente che il romanzo storico di Manzoni è stato ispirato dalla lettura di quelli dello Scott. Non voleva battere sullo scoglio nel quale era inciampato scrivendo le tragedie storiche, ma avendo quella sua poetica, crede che il difetto di esse stia nel meccanismo, e perciò capovolge il meccanismo della composizione poetica.
      Nel Carmagnola e nell'Adelchi l'essenza della composizione è storica, l'ideale è come un accessorio, rimane negativo, senza penetrare in quel materiale.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





Manzoni Adelchi Manzoni Promessi Sposi Assedio Firenze Niccolini Arnaldo Brescia Conte Carmagnola Adelchi Manzoni Prende Voglio Walter Scott Manzoni Scott Carmagnola Adelchi