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      Quella è la morale degli eunuchi, atta ad abbassare il carattere d'un popolo, ad avvezzarlo all'ipocrisia, a separare il pensiero dal fatto, a contentarsi dell'apparenza, negligendo la sostanza. Noi diciamo che un popolo ha carattere quando porta in sé impresso il marchio della sincerità, della probità: che non ha carattere quando ha ipocrisia, si contenta delle apparenze.
      Questo libro produsse immensa impressione. I Promessi Sposi erano già usciti alla luce, pareva a molti che essi rappresentassero appunto quella morale. Noi, coll'imparzialità dei posteri, perché rispetto a quel tempo noi siamo già i posteri, dobbiamo dire che mai è uscito in Italia libro più utile della Storia delle repubbliche italiane, che dovrebbe essere il nostro codice, il nostro vangelo, finché non avremo rifatto il nostro carattere.
      Manzoni sentì che fare un atto di accusa, una requisitoria come quella contro la morale cattolica senza temperamento di sorta, era un gran pericolo per l'Italia: perché gl'Italiani a quel tempo, e credo anche un po' ai nostri, gl'Italiani appunto per le oppressioni patite e per le corruzioni del cattolicismo erano scettici; e Manzoni sforzasi di dimostrare che religione e libertà possono andar di conserva. Quel libro attraversava il suo indirizzo letterario, morale, religioso; credendo fosse un veleno per la gioventù italiana il leggere un libro che confonde la morale depravata con la vera, volle metterci un antidoto e scrisse il suo discorso sulla Morale Cattolica, in risposta a Sismondi.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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