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      È donna, non ha la forza dell'uomo, e nasce in lei un'altra specie di comico. Renzo cerca superare colla forza, prendere d'assalto l'ostacolo; Agnese vuol girare la posizione, trovare mezzi indiretti per riuscire allo scopo. È un po' comare, chiacchierona, pettegola, si consulta con la serva, crede, ignorante com'è, tutto ciò che le si dice. È altra donna con l'essenza stessa del carattere di Lucia; e negli attriti colla vita reale manifesta una parte comica.
      Notate, dunque, con che bel garbo ha Manzoni immaginato questi tre caratteri. Avete un ideale puro in Lucia, ai cui fianchi due ideali simili, ma modificati dalla vita reale e divenuti comici.
      Ma, si potrebbe dire, tutto questo è arbitrario. Perché anche in Lucia non deve penetrare una parte comica, reale?...È chiaro il perché. I personaggi che operano sono Renzo e Agnese; Lucia è una povera canna, senza iniziativa, troppo timida per avere l'idea di resistere agli ostacoli, premuta dai malvagi ricorre a Dio, prega, con quella sua voce soave cerca intenerire. Que' due sono personaggi reali, si trovano nella vita pratica; ella rimane fuori della lotta, elle se laisse faire, dicono i Francesi, va dove la conducono, tranne qualche volta, quando ricalcitra in nome dei suoi principii religiosi. Ella conserva la sua parte ideale; negli altri al cozzo della vita reale quell'ideale è modificato.
      Ora bisogna muovere questi personaggi, ci vuol la leva, Dov'è la leva? Se non ci fosse, Lucia, Renzo e Agnese non avrebbero avuto storia, sarebbero vivuti e morti a Lecco senza diventare protagonisti d'un racconto.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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