Pagina (304/420)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      C'è la carità, ma il cappuccino che chiede e ripone nella sua sporta i due pani del perdono, che ha di comune colle indulgenze e con le dispense? Lucia ha fatto voto di non sposare nessun uomo e darsi a Cristo. Ma quando si tratta di sciogliernela, credete che ci sarà bolla pagata a un tanto fisso? Tutta questa parte plebea e volgare è annullata; il padre Cristoforo, divenuto padre ideale de' due fidanzati, divenuto apostolo, scioglie Lucia dal voto. C'è la predica (perché tutto il mondo cattolico è ne' Promessi Sposi, ma in modo che si collega colla poesia); ma è qui il predicatore che fa citazioni, esordi e perorazioni, e che non innalzando il popolo a sé, ma abbassandosi a livello del popolo, ne fomenta i pregiudizi e lo rende più superstizioso, lo materializza anche di più? Ma guardate al lazzaretto: là è il padre Felice, l'ideale del predicatore come lo concepisce Manzoni, che in luogo di compatire i pregiudizii della moltitudine ignorante che lo ascolta, si serve dello spettacolo della peste per sollevarla dalla superstizione.
      Ecco quello che ho chiamato spirito religioso del romanzo, e posso dire dunque che questa concezione è patriottica, democratica, religiosa. Né ciò solo; ma è la più semplice che si possa immaginare per un romanzo. È una di quelle che, alla fine del libro, vi rimangono impresse, sì che potete abbracciarla tutta d'un solo sguardo.
      Ma tutto questo è arte? basta per farvi dire: - Ecco un bel romanzo - ? Certo il grande artista si scorge nelle grandi concezioni, ma qui non avete ancora altro che una concezione puramente intellettuale.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





Cristo Cristoforo Lucia Promessi Sposi Felice Manzoni