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      Che cosa è questo difetto dirimpetto alla grande utilità che Manzoni ricava da quegli studii, i quali hanno, non dico creato perché queste cose non si creano, ma perfezionato in lui il senso del reale, il senso dell'analisi la cui importanza è così grande, specialmente per uno scrittore moderno?
      Uno scrittore del secolo XVIII donde partiva? Da certe idee. Manzoni donde parte? Da certi fatti: il suo punto di partenza da cui riceve l'ispirazione, non è la tale idea, ma il tale mondo storico. Per questa disposizione ha creato la lirica drammatica. In che differisce la sua dalla lirica di Monti e di Parini? In questi è astratta, in Manzoni nasce dai fatti. Questo senso del reale è stato sviluppato dagli studii profondi e coscienziosi sulla storia.
      Ora lasciamo il mondo intenzionale e prendiamo la concezione.
      Abbiamo innanzi una concezione ideale; che rimane a vedere? Tutte queste prime linee architettoniche non sono che una semplice combinazione, bellissima, sapientissima, ma intellettuale, e noi vogliamo vederle forma vivente. L'essenza dell'arte non è nelle intenzioni storiche, politiche e nemmeno metafisiche ed estetiche: abbiamo il concepito, vogliamo il formato.
      Il fenomeno della produzione non è eguale in tutt'i poeti, come la vita non è eguale in tutti gli uomini. Il tale produce un figlio con intelligenza sviluppata, con quel temperamento, con i sentimenti morali naturalmente gentili: un altro produce un diverso essere, per esempio, colle facoltà morali sviluppate più che le intellettuali.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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