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      Da che proviene questa differenza? Da ciò che è il padre. Lo stesso è dei poeti.
      Le forze produttive non sono eguali; e per vedere come diviene «forma» il mondo di Manzoni, dobbiamo domandargli; - Quali sono le vostre forze produttive? come sentite quell'ideale? - .
      Manzoni lo sente in sé e per sé? Lo sente come filosofo, come teologo e moralista? Quando quel mondo gli si presenta, è egli il moralista acceso di zelo, che vuole propagare una dottrina? È l'uomo politico che si sente apostolo e crede che l'arte deve servire a spandere certi principii? Tutto questo è in lui; ma in presenza del suo ideale egli è come un pittore che prende il pennello e cerca dipingerlo. Sente innanzi tutto il bisogno della forma, si agita in lui la facoltà che dirò «plastica». Se gli si presenta un personaggio, egli non l'abbandona finché toccandolo e ritoccandolo non gli abbia dato tutta l'esistenza morale e materiale. Questa disposizione a formare il suo ideale in modo concreto, si chiama forza artistica, e tutti i critici riconoscono che Manzoni attraverso le sue intenzioni è principalmente un artista.
      Come si forma plasticamente i personaggi? Cioè, poiché sente quell'ideale come poeta ed artista, qual'è la sua posizione speciale dirimpetto ad esso, perché un artista è differente da ogni altro?
      Quando per la prima volta l'ideale si affaccia in tutta la sua bellezza al poeta, questi è rapito da entusiasmo e suppone che tutti dovessero amarlo del pari. Allora egli lo sentirà come qualche cosa d'illimitato, che non ancora è sceso nella vita.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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