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      Questa facoltà di rappresentarsi l'idea già incorporata, già fatta fantasma, dicesi visione poetica; ed è la parte geniale e spontanea del poeta. Togliete questo e la poesia sarà un semplice meccanismo, una costruzione artificiale, non un organismo vivente. Ora questa facoltà mette un abisso tra Manzoni e tutti i suoi imitatori; ed il suo romanzo sarebbe un lavoro perfetto, se la preoccupazione storica non turbasse alquanto l'armonia del suo mondo poetico. È obbligo del critico non di comprendere il segreto della vita poetica, che ciò è tolto a lui ed allo stesso poeta, ma di verificare la presenza di questa vita. A quel modo che fa il medico che vi può determinare lo stato della salute, così il critico vi può dire che il mondo poetico del Manzoni è sano, quello del Guerrazzi è dissuonante e malato, e quello del Rosini è cadaverico.
      Propostosi il Manzoni uno scopo storico, ha intrecciato alcuni avvenimenti e personaggi storici con la sua azione: la carestia, la rivolta, la peste, Federico Borromeo, ecc. Questi elementi storici messi in relazione con le avventure di Renzo e Lucia perdono la loro generalità storica e diventano parte integrante del romanzo. Volendo il Manzoni conservar loro il valore storico, ha aggiunto dei capitoli, nei quali ne parla in generale, e che si possono considerare come un commento storico messo fuori del romanzo e che potrebbe benissimo stare come appendice o come note dichiarative.
      Ma vi è una parte storica la quale penetra nell'intimo del romanzo.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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