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      Ecco il movimento operato nel contenuto dal Manzoni: piú grande è il movimento nella forma.
      Manzoni ha combattuto a morte quell'atmosfera classica; egli vince i suoi avversari anche nel campo della critica, quantunque quella benedetta forma risuoni ancora nelle Accademie e nelle scuole. Egli vi ha sostituito una forma diretta e popolare. Diretta, perché non è fatta secondo preconcetti, a priori, nasce dal seno stesso del suo contenuto. Popolare, perché non l'ha cercata in questo o quel circolo o accademia, ma nel popolo, e l'ha resa accessibile a tutte le classi.
      Ha trasformato lo stesso processo di formazione, che, maneggiato da lui, non è piú un ideale astratto e preconcetto su cui si concentri tutta la luce a discapito della vita, ma è la stessa vita, l'ideale calato nella realtá.
      Non ricorderò i tentennamenti, i contrasti, i tentativi di Manzoni per realizzare se stesso. Da quelle dispute, da quelle forme in cui a volta a volta s'è espresso, che si stacca? Tre cose: un contenuto ringiovanito, abbiam detto, una forma popolare diretta, un processo storico e positivo sostituito ad un processo ideale astratto, tre cose che rimangono caratteri di una scuola.
      Aggiungete la sua possente personalitá: in Manzoni avete tre uomini: il critico, lo storico, l'artista.
      Il critico, novatore che ripudia le regole volgari e nondimeno non trascende nel puro fantastico, nella licenza dell'immaginazione; portato da un'intima misura, gitta via regole e ne crea altre, crea catene in cui si agita l'artista e che non esistono.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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