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      I romantici al plastico cercarono sostituire appunto il carattere lirico e musicale.
      Una scuola la quale fondava l'arte su questa forma, non poteva star contenta ai generi di letteratura allora in voga, e andò a dissotterrare quei generi ch'erano stati in voga nel Medio evo. Il genere letterario corrispondente a quella forma era la Leggenda, genere proprio del fantastico e dei miracoli. Ed esso produceva la Romanza, la quale è la leggenda da cui si taglia il racconto, non rimanendovi che il motivo lirico e musicale. Insomma, immaginate una tragedia da cui siasi tolto tutto, rimanendo la catastrofe: un momento lirico da cui nasce un'esposizione quasi musicale.
      Tutti questi caratteri li trovate ne' canti popolari che sono delle romanze, come il gondoliere che aspetta la sua amata, e quella napoletana:
     
      Fenesta che llucive e mo' no lluce,
     
      un motivo fondato sopra una situazione lirica, che rappresenta i movimenti dell'immaginazione popolare. Vi darò un esempio.
      Il Grossi nell'Ildegonda immagina che la fanciulla un giorno, chiusa in una stanza, trovi in un vecchio libro una romanza: ed egli mette la romanza nella Ildegonda in ottava rima. Essa è fondata sopra una situazione comune nel Medio evo.
      Sveno parte per la crociata, la sua innamorata gli va appresso; combattono insieme, muoiono insieme e rimangono abbracciati, cadaveri. Era un tema assai popolare a que' tempi. E Tasso ebbe torto di non impadronirsene. Egli che avea troppo scrupolo, mise nel poema Erminia, Clorinda, Armida, donne pagane, ma non una cristiana al seguito dei crociati.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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