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      Ma anche colla sola psicologia si può spiegare il fenomeno. C'è l'idea fissa, manca l'idea contraria, corrispondente: se la fate affacciare all'improvviso nella mente del pazzo, in modo che l'impressione sia violenta, sorge immediatamente una controcorrente che riconduce l'equilibrio nelle facoltá. Dante, voi sapete quanto bene maneggi particolari di questa sorta. Qui all'autore è mancata la forza di rappresentare il momento tragico in cui la pazza riconosce la figlia mediante una semplice impressione violenta, segno che la vocazione dell'arte non era forte in lui come nei grandi artisti.
      Ora che è la Bice del Marco Visconti? È la Lida senza la scena della pazzia, un'innamorata infelice che muore coi genitori intorno, con Ottorino accanto, con i riti del cristianesimo: ciò che rende lei interessante, è anche nella Lida, salvo che a Bice manca la madre folle. Dico Bice e non Marco Visconti. Bice è un incidente, il protagonista è Marco. Come il Grossi lo abbia concepito, come nel personaggio storico egli abbia cercato scoprire un elemento umano, e fino a qual punto vi sia riuscito, vedremo quando parleremo dell'Ettore Fieramosca e de' Palleschi e Piagnoni del D'Azeglio, per istudiare il cammino fatto dal romanzo storico dal Marco Visconti al Fieramosca.
      Finalmente, il Grossi fece un ultimo tentativo, volle fondere tutte le sue creature femminili, la Fuggitiva, Ildegonda, Lida, Bice, e trovare un campo piú largo per rappresentare quel tipo femminile romantico che avea tanto cercato.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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