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      Sono fatti nelle cittá straordinari, e in Calabria non han nulla che non sia naturale. Fin qui è il primo canto; in cui avete due compagni, due vecchi amici divenuti fieri nemici. E quando il brigante sa che quell'uomo non è morto, e il suo piú fido amico, il fratello di latte, si offre ad uccidere Arnoldo, egli dice: la fortuna l'ha risparmiato, basta. La mano del calabrese è pronta alla vendetta come al perdono.
      Ora sono a fronte due donne, la sposa tradita e la traditrice. La tradita domanda invano una parola, uno sguardo all'uomo che ama, e infine col suo bambino se ne va alla casa paterna; poi, per una successione di fenomeni psicologici, nella rappresentazione de' quali il Mauro si appressa al Byron, dal pensiero fisso in un'idea sola passa alla disperazione ed alla follia. La povera donna col suo bimbo in braccio va in giro per la cittá, seguita da una turba di monelli.
      L'altra si trova un giorno senza marito e senza figlio, perché, uscito di casa, il fanciullo non torna piú. Disperata, le sembra di cadere in un abisso, lascia la casa del marito, va a nascondere il dolore e la vergogna sotto il tetto paterno. Sono quadri questi, che rappresentano le passioni giunte all'estremo.
      Il brigante sa che suo figlio, quel figlio da lui tanto amato, è perduto, sente una voce la quale grida: vendetta per tuo figlio e per me. È la nutrice di Arnoldo, alla quale Arnoldo aveva rapito la figlia. Arnoldo era calabrese, ma aveva dimorato molti anni in Napoli, ove s'era corrotto a questo modo.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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