Pagina (104/590)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      L'affetto e la ragion: queste son l'aleOnde gode volar la poesia,
      E trarre ad un'altissima immortaleRegïon, dove l'anima s'india.
      Disïando salir però non saleIl vate, ch'atto a rinvenir non sia
      Alcun modo recondito ed elettoD'armonizzar con la ragion l'affetto.
     
      Come sviluppa questa tesi, perché è una tesi, non una poesia? Con una continua amplificazione rettorica e parla del foro
     
      ......dove l'innocenza posaContenta e fa di sé scudo a sé stessa;
     
      e tira giú un'ottava, della chiesa, del teatro, dell'industria, del commercio, delle macchine moderne, e dimostra come in tutto ciò si vegga quella tale armonia tra l'affetto e la ragione, chiamando ragione le leggi di quell'attivitá e affetto que' particolari. Una cosa vera in sé stessa è resa un luogo comune.
      Pieno il capo di affetto e ragione e loro armonia, quando muore la tanto prediletta da lui Giuseppa Guacci, egli, che pareva destinato a non scriver altro che canzoni funebri, compone versi e comincia cosí:
     
      Addio, per sempre, itala Saffo, addio;
      Dopo lungo soffrir l'anima bellaEcco ritorna al ciel, donde partio.
     
      Quest'uomo, che nei sonetti faceva il filosofo, diventa qui critico e dove trova la bellezza delle poesie della Guacci? Voi l'indovinate giá: nell'avere saputo armonizzare ragione ed affetto.
     
      La fama, anzi la storia al mondo interoDovrá quindi parlar di te sovente.
      Pur questo dica, se dir brama il vero.
     
      Dica: l'itala Saffo inclitamenteArmonizzar con la ragion l'affetto
      Seppe, e nel core profondar la mente;
     
      Cosí ch'ogni alto suo puro concetto,


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





Giuseppa Guacci Saffo Guacci Saffo