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      Di poetica luce redimito,
      Piacque al senso non men che a l'intelletto.
     
      E fu, per nodo vagamente ordito,
      La scïenza congiunta a l'Arte, comeUn chiaro spirto ad un bel corpo unito.
     
      Ecco che sentiva il Campagna innanzi alla tomba della Guacci, la quale, se avesse quei pregi ch'egli le attribuisce, sarebbe meno artista di quel che fu davvero.
      Mi son trattenuto a lungo sul Campagna, perché al suo tempo fu creduto il principe dei poeti napoletani.
      Avete veduto quel classicismo, cominciato a mostrarsi nell'Abate Gioacchino, a che giunse: è il progresso a ritroso, il progresso nel principio, il regresso all'ultimo. Ora proseguiremo ad esaminare il movimento letterario in Napoli.
     
      [Roma, 26 e 27 gennaio 1873.]
     
     
     
      VIII
     
      LA LETTERATURA A NAPOLI
     
      (Continuazione)
     
      Ottava lezione del prof. Francesco De Sanctis.
     
      Tra le terzine di Giuseppe Campagna e gli sciolti di Domenico Mauro, sono le ottave di Vincenzo Padula. - Lodovico Ariosto si colloca tra Dante, che ispira l'Abate Gioacchino, e Byron che ispira l'Errico.
      Il Padula, anch'egli calabrese, pubblicò, con la data falsa di Bruxelles, nel 1842, il suo Monastero di Sambucina, e tre anni dopo, con la data di Palermo, un secondo poemetto, il Valentino. È un'altra forma, di cui devo occuparmi, perché abbiate innanzi tutt'i caratteri della scuola calabrese.
      L'ingresso del Monastero è tutto calabrese, ed il lavoro porta appunto il titolo di novella calabrese. - Gli artisti vanno a Roma, si assidono sulle rovine di que' monumenti e vi attingono ispirazione. I monumenti calabresi sono i monti, la Sila, la natura vivente; e il giovane poeta - a venti anni - lá si aggira, e tra i rovi e le ortiche trova le rovine d'un antico monastero.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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