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      Ma l'altro prevede una insidia, ricusa, e allora il vecchio, il nemico della sua famiglia, gli si slancia addosso col pugnale. Lionetto si difende, quegli cade e si ferisce da sé; ma dá un fischio, accorrono i briganti, Lionetto è legato e trascinato nell'antro.
      Il vecchio muore, e Valentino dice ad Antonietta: ora, non avremo niente di comune con questa gente, lasciamola, andiamo in cittá, stringiamo le destre e saremo felici - . Congeda i briganti e manda per un frate che deve benedire le nozze. Rimangono nel covo Lionetto incatenato, Antonietta, Valentino ed Eugenio.
      Il giorno dopo comparisce un frate logoro dagli affanni, venerabile di aspetto, che dice a Valentino: prima di unirvi, devi confessare i tuoi peccati perché Dio ti perdoni - . Quegli s'inginocchia, e nella confessione narra tutti gli antecedenti che voi giá sapete. Quando finisce, il frate balza in piedi e grida: sciagurato! io sono tuo padre; la donna che tu hai violata era tua madre. Valentino cade col fronte a terra e sviene. - È una situazione che ricorda Edipo, Medea, i furori degli Atridi.
      Tornato in sé il brigante, come inseguito dalla immagine di quella donna, si slancia nel bosco. Tormentato dai rimorsi, per la prima volta gli sorge in mente l'idea d'un avvenire, d'un altro mondo. E fantastica, vorrebbe uccidersi, si gitta nel torrente, e l'onda lo respinge. Ed allora un'altra idea lo assale: Ed io viveva per vendicarmi, ho trovato mio padre e non mi son vendicato!... - .
      Intanto, il frate aveva narrato a Lionetto e ad Antonietta la sua storia, detto alla fanciulla: tu non puoi essere sposa di Valentino; e se volete far cosa grata a me e por termine alla furia di tanti delitti, sposatevi.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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