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      Aspettate, vado in traccia di Valentino; spero poter toccare il suo cuore, indurlo alla penitenza, ad espiare i suoi falli. Ma se mai non tornassi, unitevi, vivete felici e ricordate tal volta il povero frate.
      Incontra Valentino che medita la vendetta, pare che le dolci parole del frate lo commuovano. Lo segue; ma giunto presso un alto pino, un pensiero d'inferno gli balena alla mente. Appende il padre a due rami dell'albero, gli dá una lieve pugnalata in petto perché il sangue scorra a goccia ed a poco a poco senta la morte.
      Valentino corre all'antro dove Lionetto è ancora incatenato ed Antonietta lo attende. Abbraccia la fanciulla, la copre di baci, perché egli sa ormai chi furono suo padre e sua madre; ignora però che Antonietta è sua sorella. Ma ella si svincola dalle sue braccia e gli dice: ferma, questi non sono baci di fratello - . Valentino sente queste parole come annunzio di morte. E qui è una scena delle piú strane, pure rappresentata con atroce calma dal poeta. - Il brigante risponde: Tu ami Lionetto, egli morrá, e se non vuoi essere mia sposa, sarai mia ancella, purché io t'abbia con me.
      Viene la sera. - Vincenzo Padula ha una musa che pochi hanno, un sentimento profondo della natura ed una rara felicitá nel ritrarla - . Ora egli immagina un magnifico chiaro di luna, i raggi dell'astro inviluppano la giovinetta che comparisce come qualche cosa di etereo. Valentino, stanco, con gli occhi fissi in lei, s'intenerisce, piange, supplica. - Lionetto vivrá, le dice: ma tu sarai mia compagna; sarai, se vuoi, mia sorella; e, se la febbre dell'amore mi prende, dimmi fratello e tutto finisce.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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