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      Ed ella sorride, quasi per dire: la vita per me è stata un sorriso.
      Da tutto questo nasce una forma che possiamo chiamare non biblica, ma virgiliana. E piú che di Virgilio ha in sé l'impronta del cielo italiano, cielo puro, senza nuvole, sempre sorridente. È una forma penetrata di luce, di una chiarezza e plasticitá tale che presenta concreto ogni oggetto e allontana tutto ciò che è vago e indefinito. Di piú, vi traluce una tendenza a forma migliore, raggiunta qua e lá, in qualche brano; ma in generale, rimasta allo stato di tendenza. Lí è il difetto del Parzanese.
      La chiarezza, la trasparenza delle forme diviene insipida quando non è accompagnata da una certa grazia e delicatezza, che è, permettetemi la frase ardita, come il profumo della chiarezza.
      La chiarezza senza grazia e delicatezza è simile a fiore senza olezzo, è ottusa, opaca, - chiarezza grave e pesante, come quella di Metastasio. È necessario si schiuda come rosa che mandi profumo. Parzanese, negli ultimi tempi specialmente, quando conosceva meglio il greco, tende alla grazia ed alla delicatezza; ma, mi duole dirlo, non c'è una sola delle sue poesie che si possa chiamare per questo lato interamente perfetta come quelle di Leopardi. Quasi quasi, sotto vi si sente un poeta che improvvisa al suono del suo mandolino; sembrano versi fatti lí per lí, mancato il tempo e la serietá di alzarsi a quella forma che si può dire monumentale perché dura come monumento. Ci trovate sempre qualche cosa di ottuso e superficiale che, certo, rappresenta il popolo: un popolo dotato di grazia e delicatezza sarebbe greco, molto poetico.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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