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      E, nondimeno, se vogliamo togliere dalle opinioni di Manzoni tutto ciň che č soverchiamente personale, ove si vede una mente che non ha ancora idee chiare, ma vigorosa ed originale, se togliamo la confusione di ideale e di reale, se guardiamo l'applicazione della sua dottrina nel romanzo; da Manzoni escono tre grandi idee critiche che hanno importanza universale: - misura dell'ideale, il vero positivo e storico, la forma diretta e popolare.
      Che cosa č la misura dell'ideale? Č l'ideale calato nelle contraddizioni della vita e che in essa trova limite e misura. Che cosa č il vero positivo e storico? Č la natura e la storia sostituita al lusso dell'immaginazione e della fantasia, č reazione contro l'Accademia e l'Arcadia.
      La forma non č piú presa astrattamente come tale, come bella o brutta; ma come espressione quasi limitata e misurata del contenuto di cui č la faccia. Ecco i tre grandi principii che nascono meno dalla critica del Manzoni che dal suo modo di lavorare.
      Che diviene questa critica in mano a' seguaci? Lo stesso che il contenuto, come abbiam visto. Lasciamo stare la moltitudine, prendiamo due critici valorosi che sono sopravvissuti: Niccolo Tommaseo e Cesare Cantú.
      Non voglio qui parlarvi a lungo di Niccolo Tommaseo come scrittore. Egli non ha le grandi qualitá dello scrittore, non la vivacitá organica della rappresentazione, non l'abbondanza di analisi che si trova nel periodo nutrito e pieno di fatti, proprio dello stile del Manzoni; spesso ti riesce comune nelle immagini, ricercato nell'affetto.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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