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      Il problema d'un libro d'istruzione è di dare al giovane una folla di cognizioni utili, sí che impari piacevolmente, quasi senza accorgersene. Se pigliate il Taverna, il Parravicini, il Cantú, trovate tante notizie storiche, geografiche, astronomiche, fatti ed aneddoti, ma non c'è un disegno; gli autori non han domandato: che possiamo e dobbiamo insegnare? E come s'ha da distribuire questa materia? - Avete notizie curiose e non notizie interessanti, aneddoti storici, non la fisonomia generale della storia. Quel che piú importa è l'educazione. Anche qui bisogna avere un chiaro criterio del mondo morale che volete presentare al popolo, e dovete mostrarglielo logicamente, secondo lo stato della sua intelligenza.
      Dunque per la forma Cantú non ha risoluto il problema: veniamo alla sostanza. Che idee, che sentimenti, che specie di educazione vuol dare al popolo? Ecco una questione importante che ci menerá a conchiudere intorno alla posizione che il Cantú occupa nella storia della letteratura.
      Qual'è il fondo di questa educazione? Pigliare la societá cosí come si trova oggi, con quella base religiosa, con quella base politica, economica, sociale, e presentarla ai giovani come l'ottima delle societá, ciò che è perfetto e che non si può modificare, e inculcar loro di rispettarla ed amarla. Evidentemente, messa questa base, i libri del Cantú non sono che la glorificazione e la giustificazione della societá, attuale, con le sue virtú e i difetti e le colpe. Attenuare i difetti, metter nell'ombra le colpe ed in prospettiva le buone qualitá, ecco ciò che fa egli per procurare buoni cittadini allo Stato.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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