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      Questo metodo ha perduta la borghesia italiana e, prevalendo, perderá il popolo italiano. Perduta la borghesia, perché si è presentato un ideale indefettibile invece della vita reale: ed ora altro pensiamo, altro facciamo e lo diciamo; ipocrisia congiunta col cinismo.
      Sostituendo all'ideale di prima quest'altro, che avverrá?
      Meno il popolo è istruito, piú è disadatto a quell'ideale.
      Avremo o bigotti o arruffoni, quelli che fanno del bigottismo un mestiere e quelli che, trovando la vita diversa da quella che han conosciuta ne' libri, diventano torbidi elementi ed anarchici.
      Al mio paese i contadini erano tutti brava gente, rispettosi. Tornato dopo ventisette anni ho sentito dire: oggi siamo liberi, nessuno ha l'obbligo di togliersi il cappello ad un galantuomo.
      Cosí vi spiegate perché in generale è difficile trovar via di mezzo fra gl' ipocriti e i turbolenti, anche in Ispagna ed in Francia. E poi, dov'è la veritá? Umiltá, pazienza, disciplina, perdono sono virtú, perché non le consigliate? Ebbene, non sono virtú se le presentate in modo assoluto ed astratto, come non sono virtú prese in senso assoluto, l'indignazione, la collera, la resistenza all'arbitrio, la morte per la patria. Non sono virtú quando le prendete in senso assoluto sí che escludano il contrario, e sono virtú quando trovate il limite dove i contrarii si uniscono, ed una include l'altra e non la combatte.
      Santa cosa è ispirare nel popolo il sentimento del dovere, ma a che patto? Da solo, il sentimento del dovere diventa sentimento di schiavitú. È virtú quando gli unite un altro sentimento, quello del proprio diritto.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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