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      Quale era il male che si voleva estirpare?
      Il male era appunto, non un rigoglio di forze individuali e barbare, era al contrario la depressione, l'avvilimento nelle moltitudini, la soverchieria e la violenza in chi dominava. La posizione era rovesciata, non richiedeva gli stessi rimedii.
      Quando dico oppressione de' governanti, vorrei intendeste bene. Volgarmente il governo di quel tempo si crede il re assoluto, con un popolo impotente. Ma i governi sono associazione di forze in armonia col resto, ed allora c'è libertá e felicitá, o di forze soverchianti sul resto ed il governo è arbitrario. Nel secolo XIX non c'erano piú certamente le forze governanti che avevano eccitato la collera di Alfieri, di Foscolo, del secolo precedente, non piú clero e nobiltá come caste; tutto questo era caduto al soffio della rivoluzione. Pure, finché durarono queste caste bene ordinate, furono un certo contrapposto al volere di un governante assoluto che si trovava di fronte resistenza ed orgoglio: tolte le caste di mezzo, quali forze formarono la base del potere assoluto, perché esso non è come campato in aria, ha bisogno di certi sostegni che costituiscono la societá governante?
      Ci fu una triplice base. Da una parte il clero stesso che se non fu piú casta dominante, continuò pure a dominare avendo in mano l'istruzione, l'educazione, la censura de' libri e tante altre ingerenze nella societá laicale. Inoltre, la burocrazia, qualche cosa di peggio dell'antica nobiltá, essa stessa divenuta un privilegio fra le altre forze, con la quale si giunse a contentare una parte della borghesia, eccitando la sete non ancora spenta di onorificenze e d'impieghi, ed a formare una vasta unione di forze dipendenti dal potere assoluto.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





Alfieri Foscolo