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      Se la mia riforma riguardasse l'essenza della Chiesa, il dogma, il disegno divino, sarei eretico, farei atto di cattivo cattolico, ma non intendo che riformare la Chiesa nella parte umana, intendo modificare l'esistenza accidentale, e credo aver il dovere di vedere i mali ed indicare i rimedi.
      Dopo questo prologo, sentendosi sicuro da accuse di eresia, e persuaso ch'egli non vuol mutare la base della Chiesa, comincia il libro, - la riforma.
      Ogni riforma deve avere un'idea sviluppata in singole parti. Le cinque piaghe, sono cose accozzate senza disegno? E se disegno c'è, qual è? Egli non lo dice; ma chi legge con spirito filosofico, trova subito il concetto generale che spiega le parti del suo lavoro. Chiesa, pensa il Rosmini, non è il papa, non i cardinali, né i vescovi, nemmeno tutto il clero; nel senso primitivo e vero è la comunione di tutt'i fedeli. Non è solo un centro che toglie vita alla periferia, ma tutto il circolo vivente dove i raggi portano vita alla periferia.
      E tale era la Chiesa primitiva vagheggiata da Manzoni e dagli altri della scuola lombarda. In essa il popolo non è spettatore, partecipa alla vita della Chiesa, esso paga, esso amministra, nomina il parroco e il curato, scegliendo uomini conosciuti nella circoscrizione o diocesi, con cui può avere confidenza; - i vescovi non sono estranei al popolo, al popolo rendono conto delle loro azioni, lo istruiscono personalmente. - Vi sono adunanze ove clero e popolo si affratellano. Spezzate un po' questo circolo ed avete una chiesa astratta, destinata a morire, non la chiesa vivente.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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