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      Qualche cosa di piú grave è che i chierici corrotti si dettero alle cure temporali, cui fecero servire lo spirituale. - Ma la provvidenza, permettendo ciò, ebbe un mezzo perché si diffondessero le idee evangeliche anche nei piú umili strati della societá. Un vescovo che insieme era principe, con tanta potenza sui sudditi, giovava assaissimo a questo scopo.
      Tutto ciò vi mostra le preoccupazioni dello scrittore, e come alla freddezza della sua natura si aggiunga una freddezza calcolata. Ma per non rimanere nel generale, scelgo uno dei piú bei brani del suo libro, lá dove parla contro i libri pedanteschi che allora usavansi nei seminarii. Ed anche oggi, non solo nei seminarii, ma anche nelle scuole laiche sono libri che invece d'istruire demoralizzano i giovani e li disgustano dello studio. Questo tema fu trattato con molta vivacitá da Alfieri nella sua Vita, con molta eloquenza dal Sismondi negli ultimi capitoli della sua Storia. Rosmini esprime la stessa idea: quei libri, non che istruire ed educare, generano odio mortale contro i libri, contro lo studio, contro i maestri, e contro le veritá stesse che quelli possono contenere. Ecco com'egli scrive:
     
      «Vi sono libri minuti e parziali, opere individuali, dove l'immensa veritá non comparisce che minuzzata, e in quella forma, in che una menticina l'ha potuto abbracciare; e dove all'autore, spossato nella fatica del partorirla, non è restato vigore d'imprimere al libro altro sentimento che quello del suo travaglio, altra vita che quella di uno che sviene: libri a che il genere umano uscito degli anni della minoritá fanciullesca volge per sempre le spalle, poiché non vi trova sé stesso, né i suoi pensieri, né i suoi affetti, e a cui tuttavia si condanna barbaramente e ostinatamente la gioventú, che pur col senso naturale li ripudia, e che bene spesso, per un bisogno di cangiarli in migliori, cade nella seduzione de' libri corrompitori, o acquista un'avversione decisa agli studi, o da lungo patir violenza nello stringimento delle scuole prende un odio occulto, profondo, che dura quanto la vita, contro i maestri, i superiori tutti, i libri e le veritá stesse in quei libri contenute: sí, un odio, dico, non bene spiegato talora, ma che lavora di continuo sotto altre forme da quelle di odio; che si veste di tutt'i pretesti; che ove si spieghi, è di maraviglia a colui stesso che lo ha in sé, perocché non sapea d'averlo e non se ne sa rendere la ragione; e che ha tutto l'aspetto di empietá, o di brutale ingratitudine verso i precettori, per altro buoni, e che hanno profuse tante cure, tante parole, e tanto amore verso i loro discepoli».


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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