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      Č un solo periodo dove precipitano tante idee accessorie di una sola principale che č: libri siffatti generano odio contro i libri e contro le veritá che essi contengono. Certo, tutto questo non puň essere scritto che da un ingegno non comune, c'č una fina analisi, degna d'un psicologo come il Rosmini, dell'odio contro i libri che non pare odio e quando si manifesta fa maravigliare quello stesso che lo nutre senza saperlo; del modo come quest'odio nasce, piglia forma, si spiega. C'č del talento analitico di Manzoni. Ma, pure, che cosa rende pesante il periodo? Rosmini aveva innanzi un'idea se non volgare, comune; ma la concepisce lí, in quel punto che il suo cervello č in moto; e ciň si vede in alcune forme originali venute fuori nel calore della concezione, come: - «l'autore spossato nella fatica del partorire» - «non altra vita che quella di uno che sviene». Ma č faticoso a leggere specialmente per l'ingombro d'idee gettate lí alla rinfusa, le quali dopo č assai difficile ritenere cosí come l'autore le ha distribuite. C'č grande sminuzzamento, soverchia analisi di tutt'i fatti che possono accadere, la quale vi allontana dall'idea principale. L'analisi dell'odio, comunque bella, č appiccicata in coda al periodo; e l'importante non č mostrare l'odio ma porre in rilievo il fenomeno prodotto da quella specie di libri, volgere l'indignazione contro i pedanti, le menticine che pervertono i giovani. Esprimere il fenomeno sminuzzandolo a quel modo, con l'indicazione fredda di tutt'i particolari, come di un fenomeno ordinario, toglie ogni movimento di fantasia e di affetto: avete innanzi una pura esposizione di veritá che non producono impressione sullo spirito.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





Rosmini Manzoni