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      Quest'indirizzo polemico domina in Gioberti, sempre accanito contro i sensisti e gli psicologi: apre batterie contro Cartesio, come aveva fatto Vico. Tutta questa parte de' suoi scritti, piena di splendore e di bile, era riflesso del movimento europeo.
      Se dunque bisogna mettere da banda Cartesio e il cogito ergo sum; se tutta la filosofia da lui fino a Condillac non è che la natura e l'uomo emancipati dal soprannaturale, dalla fede, affermati come ragione; se tutto questo deve andar giú, è necessario trovare fuori dell'uomo e della natura la veritá necessaria, sostanziale, non relativa al pensiero umano. La reazione contro il naturalismo e l'umanismo, contro la natura e l'uomo separati da ogni elemento soprannaturale, dovea riuscire a fondare qualche cosa al disopra dell'uno e dell'altro, o ciò che si chiamò l'assoluto.
      Questa fu anche la base della filosofia del Gioberti: combattere sensisti, psicologi, umanismo puro, tendere a stabilire sull'uomo e sulla natura l'essere ideale, l'assoluto. Ma qui comincia la divergenza, appare qualche cosa propria del Gioberti che si stacca dalla filosofia europea e da Hegel che allora la dominava. Volendo trovare qualche cosa fuori del pensiero, fuori dell'uomo, che avesse la sua ragione di esistere in sé; - la veritá indipendente dallo spirito, l'obbiettivitá, come allora si diceva; la filosofia europea pigliava a base la ragione, non intesa nel senso di Cartesio; ma in senso nuovo. Gioberti prese a fondamento dell'assoluto un'altra facoltá, l'intuizione.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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