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      Dapprima, quando Rosmini concepiva la sua filosofia, e nutriva i germi della sua riforma cattolica, erano vive e forti le impressioni della reazione, e ricordo che tali erano veramente negli anni miei giovanili. I giacobini, la rivoluzione, il 1793, il papa allontanato e carcerato, tutto questo era allora cosí orribile come sarebbe ora - tornando le stesse cose sotto altri nomi - la Commune, i petrolieri, le petroliere, la bandiera rossa, ecc.
      Poi venivano su tutte le idee giá proscritte e si proscrivevano tutte le idee dominanti: la proscrizione riguarda non solo uomini ma idee, delle quali gli uomini hanno bisogno per coprire le loro passioni. Quindi il papato, la monarchia, la nobiltá, l'alto clero, che prima erano stati segno agli attacchi, divennero oggetto di adorazione, il popolo fu oppresso e deriso. Comprendete perciň il cattolicismo opposto alla Dea Ragione, Manzoni e la sua scuola, Rosmini.
      Volgetevi ora al 1840 e vedete che cammino la rivoluzione aveva fatto di nuovo. Di teologia non si parlava piú, il movimento teologico era divenuto filosofico, democratico, sociale: gli stessi uomini che avevano cominciato come destra, poggiavano a sinistra, Victor Hugo, Lamartine, Lamennais, Bernier e Montalembert si facevano perdonare l'uno il legittimismo, l'altro il clericalismo con larghe professioni di fede in senso liberale. L'aria era mutata: i legittimisti erano battuti in Ispagna, in Francia, in Portogallo, all'indipendenza della Grecia seguiva quella del Belgio, l'alleanza occidentale tra l'Inghilterra, la Francia, la Spagna e il Portogallo sorgeva dirimpetto alla Santa Alleanza.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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