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      - L'Europa non voleva repubbliche; e poi sarebbe stata un'Italia debole fuori, turbata dentro.
      Quale dunque sará lo scopo sperabile per un serio uomo politico, lo scopo intorno al quale tutte le forze devono concentrarsi? È la confederazione de' principi, la lega per uno scopo che non leda l'interesse de' principi: non l'unitá nazionale, ma l'indipendenza dallo straniero.
      Il popolo, s'è visto, non può raggiungere questo scopo, non può cacciare l'Austria esso solo: dunque uniamoci tutti, principi, papa, popolo, per questo scopo; e quando avremo assicurato il vivere, penseremo dopo al modo di vivere.
      È certo merito di Balbo aver messo la questione in modo sí chiaro e fatto comprendere la necessitá di avere un fine prossimo e determinato. Dopo tante sommosse non riuscite, l'Italia era depressa, ma allora cominciò a lasciare le utopie. Doveva parer piú facile giungere allo scopo proposto da Balbo, perché per la rivoluzione la base era l'accordo de' popoli, per la lega l'accordo de' principi. Sembrava a tutti che quando i principi si fossero persuasi della possibilitá dell'impresa ed anche dell'utile che ne potevano cavare, non sarebbe stata difficile l'unione. Balbo dimostra che la lega è veramente conforme alla storia d'Italia, rammenta la lega lombarda - argomento assai comune a que' tempi, anzi proprio in quel torno comparve il libro del padre Tosti sugl'interessi papali nella lega lombarda. - Rammenta la lega promossa da Lorenzo de' Medici.
      Eppure, quel che pareva tanto facile, fu difficile; ciò che pareva strano e impossibile divenne, non solo facile, ma la sola cosa possibile.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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