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      In mezzo è il quadro, un fatto privato che ha un solo nome, quello del protagonista, e non Marco, ma Bice. Costei, come tutti sentite, è reminiscenza di Lucia, non è lei che fa la sua storia, subisce la storia fattale da altri, storia di cui è strumento principale Marco, innamorato prima della madre, poi della figlia, rendendo infelice l'una e l'altra.
      Marco Visconti, quella grande figura del 300, che lotta contro i signori di Milano, è messo nell'ombra, interessante nel romanzo solo pel suo amore. Bice, sostenendo la sorte che le si fa, rivela tutte le qualitá ideali che la poesia può immaginare per rappresentare una fanciulla virtuosa, pura, cristiana. È l'ideale di Lucia purificato della vernice contadinesca e ridotto anche piú nobile, piú perfetto. Come Lucia, ella capita prigioniera in un castello; ma dove l'istrumento del delitto è altissimo ne' Promessi sposi, è l'Innominato, qui è basso e comico, è un Pelagrua, un Lodrisio, con un piccolo intrigo da commedia.
      La differenza fra i Promessi sposi ed il Marco Visconti è solo nella catastrofe. Rimossi gli ostacoli, Lucia diventa felice; rimossi gli ostacoli, quando tutto è scoperto, quando pare non rimanga altro che le nozze di Bice con Ottorino, nel momento che ella si avvicina ad una grande felicitá, muore e sviluppa nella morte le qualitá cristiane, ideali che avea mostrate in vita. In Manzoni la catastrofe ha un alto senso, legata con la conversione dell'Innominato, con l'ingresso sulla scena di Federico Borromeo, intimamente unita col mondo ideale di cui è mezzo Lucia.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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