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      Il carattere distintivo di questo secolo è stato che una scienza del mondo morale, della storia, intraveduta da Machiavelli, da Bruno, da Campanella, preparata da Vico, giá divenuta legge del progresso indefinito nel secolo XVIII, ha preso il carattere rigoroso di scienza delle leggi della storia. Se mi permettete una parentesi, dirò che un'ultima produzione di questa scienza è in Italia un volume d'un egregio napoletano, Nicola Marselli, intitolato Scienza della storia.
      Tutto questo movimento non è italiano; ma europeo, sopratutto elaborazione tedesca e francese, di cui venne in Italia il riflesso. Qual è il cammino della storia; ciò che poi, applicato, diventa in Italia il nocciolo di tutti gli scritti politici? Anzitutto trovate questo principio: la storia non è prodotta né dal caso né da forze soprannaturali, ma da leggi stabili come le leggi meccaniche; anzi perché la storia, come diceva Vico, è fatta dagli uomini, le leggi che regolano il mondo morale sono in fondo quelle che regolano il mondo naturale: è la natura nella sua trasformazione a spirito. E poiché il mondo morale è regolato da leggi fisse come la natura, come qui le mutazioni violente, diluvi, terremoti, ecc. sono grandi crisi che annunziano grandi trasformazioni, nella storia le guerre e le rivoluzioni - benché non tutte - annunziano grandi trasformazioni nell'ordine morale.
      Importa vedere non il momento della trasformazione per mezzo di queste crisi, ma nel girare d'una in altra trasformazione, il cammino della storia.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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