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      Gioberti diceva: morte a' preti! Ma i preti ci sono e non potete ucciderli, e se anche lo poteste, poiché l'opinione pubblica non si uccide, risorgeranno. Morte ai nobili! Ma non si distruggono i privilegi, e le distinzioni di classi con la morte, bensí con l'istruzione e con l'educazione. In Italia sono diverse classi. Volendo fare una politica di combattimento, - frase di oggi - attaccare violentemente gli avversari, ci divideremo e non potremo ottenere l'indipendenza. Cosí fondamento della politica degli uomini di Stato italiani fu promuovere la tregua nelle lotte interne, per unire le forze di tutti e rivolgerle agl'intenti comuni a tutti. Politica che ha dato grandi risultati, i quali se volete estimarli, non dovete badare a quel che dicono i partiti, guardate a quel che dice tutto il popolo, fuori le ire partigiane. Trovate questo buon senso in Italia che, per esempio, mentre in Napoli si laceravano cavourriani e garibaldini, il paese univa nella sua adorazione Cavour e Garibaldi; ed anche oggi per le case degli operai e de' borghesi, trovate l'uno a fronte dell'altro i ritratti de' due avversari. Il popolo pone insieme Manzoni e Cattaneo, Manzoni e Mazzini. Comprende col suo istinto che è stato utile quel sistema politico pel quale nel 1848 furon visti preti morire per la patria, nobili spargere il sangue per essa, principi alzare la bandiera nazionale. Se il successo non corrispose, fu certo nobile il concetto di unire tutte le forze italiane e ribattezzare classi e partiti scissi da tanto tempo, nel sangue versato combattendo contro lo straniero.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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