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      L'analisi penetra nelle pieghe della realtá, la rappresentazione de' particolari dá di essa il colore.
      Fin qui abbiamo di che salutare questa scuola come benemerita e come scuola in continuazione, perché i caratteri di essa, specialmente come forma letteraria, si sono svolti e si svolgono ancora. Il torto č stato aver confuso una questione di metodo con una questione di principii. Quelle idee sono semplice metodo, sono il cammino della storia in generale e dell'Italia messa in quelle condizioni. Mutare il metodo in principii č perň un'illusione che tutti troveranno naturale. Parve a quella scuola non solo dover inaugurare la lotta pacifica fra le diverse opinioni; ma dover andare innanzi, togliere la lotta, trovare un medium quid, una dottrina media che potesse essere accettata da tutti: si volle non la tregua dei partiti, non la lotta pacifica; ma l'accordo compiuto.
      Certo, qui dentro c'era la reazione europea; ma, ve lo dissi, essi non erano reazionari, non avevan nulla di comune col padre Bresciani e con altri di quella risma: erano la continuazione in Italia della scuola liberale. Parve ad essi che base della conciliazione dovesse essere la tradizione italiana, un complesso d'istituzioni legate intorno al cattolicismo; parve necessario lavorare a rinsanguare il cattolicismo stesso. Come procedette la scuola nel tentativo nel quale č pur chiara la nobiltá dell'intenzione, sur un fondo di veritá, essendo la ricostituzione del sentimento religioso necessaria ad una nazione? Quale metodo tenne?


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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