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      Tutte le reazioni hanno avuto a precursori di questi uomini che han cercato riabilitare alcune idee, purificarle, senz'aver la forza di alzare una bandiera, fare un programma e spanderlo dappertutto. Ebbe di questi precursori anche la reazione del 1815, e furono la Staël, Chateaubriand, Lamartine, quelli che per fare opposizione a Napoleone cominciarono a rinverniciare le idee vecchie. Venne poi la Santa Alleanza, la reazione fatta in nome di queste idee. Credete che essi volessero il trionfo della reazione? credete non fossero liberali? volessero che il cattolicismo pesasse come mantello di piombo sullo spirito moderno? - Avviene che le moltitudini pigliano le idee non quali sono nelle loro origini, ma come le trovano. Parlate al popolo del cattolicismo, ed il popolo a dispetto vostro lo piglierá com'è, non come dovrebb'essere.
      Ecco perché, se i tempi volgessero al peggio, nessuno potrebbe augurarsi che un movimento il quale dura appena da vent'anni, debba continuare non interrotto. I nemici del paese troverebbero lastricata la via da questa scuola, solo perché essa, ripeto, una questione di metodo ha voluto cangiare in questione di principii.
      Oramai avete potuto vedere che tutte le idee di cui ho parlato hanno avuto grande influenza nella letteratura, e cosí il metodo, cosí i principii. E capirete il motivo principale che ha guidato i miei giudizi. Severo dove ho trovato la rettorica, il liscio, lo spirito reazionario sotto apparenze liberali, quando dietro la mansuetudine ho trovato collera e parzialitá; - severo per Cesare Cantú, pel Tommaseo, perché costoro predicano in ogni pagina caritá cristiana e sono i meno caritatevoli ne' giudizi; - severo verso Gioberti ed anche verso Mamiani, perché in essi non ho trovato l'ingenuo sentimento della fede, ma il calore della immaginazione, verso Balbo stesso, pesante ed astratto.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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