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      Certo, il mondo, abbandonato a sé stesso, arriverebbe al progresso; ma lentamente, poiché i minuti della natura e della storia sono secoli, e, per giungere alle condizioni presenti, l'Inghilterra dovette attraversare lunghi secoli di lotte e di agitazioni.
      Lentamente si progredisce quando non c'è impulso di mano cosciente e vigorosa. Nel Medio evo bisognava passassero dieci secoli perché si mutassero le condizioni della societá; in tempi piú avanzati, verso il 500 od il 600, almeno un secolo era necessario a realizzare un'epoca storica. Nella storia, in mezzo a fluttuazioni od ostacoli d'ogni sorta, vediamo i popoli andare innanzi a tardo passo.
      Ed è anche un progresso irregolare. La natura e la storia lavorano su elementi diversi. Dove la coltura è piú sviluppata, quello è piú rapido, dove la coltura è ancora rudimentale, prossima alla barbarie, e lo stato economico non è adeguato a' bisogni dell'esistenza, - esso è ineguale, anche nella stessa nazione. Se dunque, si volesse seguire a questo modo il corso della natura, bisognerebbe rassegnarsi a veder costituita assai tardi la vera unitá nazionale.
      Come fare per affrettare l'azione del tempo e rendere equabile il movimento storico? Evidentemente ciò che manca al progresso cronologico, se cosí può dirsi, è la forza impulsiva ed assimilatrice che venga ad accelerare e rendere uniforme lo svolgimento delle forze d'un popolo. - Che fare co' diversi elementi sociali che la scuola liberale vuole lasciati a sé stessi, staccati l'un dall'altro, perché si muovano come vien viene?


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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