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      Ma un uomo eloquente ammaliò la maggioranza assicurandole che Ferdinando andava lá a sostenere i diritti del suo popolo, e la maggioranza gli dié il permesso, e luogotenente del re fu nominato il principe ereditario, il carbonaro Francesco I.
      Vorrei con la fantasia trasportarvi a quei tempi: Borrelli, tanto acclamato allora, quando le cose andarono a male, quando si verificarono i tristi presagi, fu chiamato traditore e perdette interamente la sua popolaritá: al 1848 fu lasciato da parte come un cencio vecchio, ed anche oggi, per tradizione, Borrelli è accusato di tradimento. Voglio mettervi in guardia ancora una volta contro i giudizi de' contemporanei. In quel momento Borrelli credè vedere la situazione nella realtá sua; ma i popoli ignoranti e fiacchi vedono tradimento in tutto, perché non curano di conoscere le circostanze reali. Udii Borrelli nel 1848, quando, abbandonato da tutti, disse: mi affido alla gioventú, - e venne qui nell'Universitá ad insegnare, ed i giovani l'applaudirono. In quel volto, in quell'accento desolato del vecchio che, mancato ogni altro sostegno, si raccomandava quasi alla gioventú, era tanta veracitá che fin d'allora pensai: no, questo vecchio non può essere traditore.
      Dunque, il popolo napoletano disse: parta il re, ma vogliamo che prima, nel maggior Tempio di Napoli, innanzi a tutti, giuri fedeltá alla costituzione, giuri difenderla nel Congresso. Sapete che vuol dire una folla in Napoli. Tutti erano lí ansiosi, tutti aspettavano il re, ed il re tardava.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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