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      Per i contemporanei fu veramente la Nemesi, che accrebbe l'odio alla reazione del 21. Ma, calmate le passioni, quando possiamo guardare quelle cose con maggiore tranquillitá, dobbiamo domandarci se c'è lí dentro qualcosa che rimane e può farci confermare l'enfatico titolo di Tacito napoletano, dato da' contemporanei a Colletta, come davano quello di Tirteo napoletano a Rossetti.
      Verso quel tempo Carlo Botta scrisse con lo stesso spirito ed allo stesso modo le sue Storie anche famose. Rispetto a Botta, Colletta è piú vigoroso, ma l'uno e l'altro han fatto il tonfo stesso: il piedistallo innalzato da' contemporanei si è sottratto di sotto alle statue e le statue sono cadute. Si dice di Colletta: egli volle opporre alle baionette austriache una penna affilata come spada, volle imitare Tacito; e come Tacito vendicò la repubblica e pose uno stigmate sull'impero, egli volle vendicare l'innocente rivoluzione del 21 ed infamare la reazione. - Tutto ciò sta bene ed è un titolo d'onore per l'uomo e per il patriota.
      Ma per Colletta, costretto a rifare i suoi studi, in mezzo a quell'atmosfera, principale occupazione diventò non giá cercare quello che doveva dire, ma il come doveva dire, ed invece di elaborare sufficientemente quel contenuto e dargli importanza, messa la trama de' fatti non pensò che a trovare una forma serrata, vibrata, che avesse potuto eternare quel contenuto, anche frivolo. C'è una ricerca seria de' fatti? C'è uno sguardo profondo che penetri nelle cagioni storiche e psicologiche le quali producono gli avvenimenti?


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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