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      Il conquistatore nella cittá conquistata fa schierare le sue truppe quasi per dire ai vinti: Vedete quanto sono potente. Al Bardo pare che i vessilli sventolino per ischerno, ed innanzi alla sua anima concitata essi si presentano mossi dai vanni sanguigni della conquista, eppure per lui non sono che pompa oziosa. Č la concitazione che fa vedere cosí e colorire cosí quello che vede il Bardo. Nella traduzione troviamo le immagini, non la concitazione, - troviamo cruda e nuda la materia senza il colore, che esprime l'anima del poeta che concepisce a quel modo. Vediamo il giovane che traduce aridamente, ma non ancora il poeta.
      La prima satira č intitolata i Funerali. Vuol biasimare i ricchi sepolcri che gli eredi innalzano a padri scellerati, usurai, corruttori di donne e simili; quindi, in mezzo a' canti sacerdotali, fra le pompe funebri, sentite le maledizioni di quelli che furono vittime del morto ed il riso dell'erede che si piglia il danaro, pronto a sciuparlo in onore di Bacco e di Venere.
      Tutto questo č riassunto alla fine della satira in versi in cui notate grande vigore rispetto a quelli della traduzione del Bardo. Parla prima d'una fanciulla disonorata dal vecchio defunto:
     
      Qui d'infamia coverta e di vergognaL'onor tolto domanda, e sulla spoglia
      Esecrata, ella prega avversi i ventiEd irata la pioggia. Il breve nummo,
      Duramente negato, il contadinoBrutto di polve e di sudor rammenta;
      E la tarda di Dio alta vendettaSul cener freddo, e sulla stirpe implora.
      Un susurrar sommesso, un mormorare


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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