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      Il cavaliere si trasforma, la sua testa diventa teschio, il suo corpo scheletro; il cavallo sprofondando in una fossa si trae appresso la povera creatura che si dibatte fra la vita e la morte, mentre le larve intuonano un canto funebre.
     
      «Allora sí, allora sotto il raggio della luna danzarono a tondo a tondo le larve; ed intrecciando il ballo della catena, con feroci urli ripetevano questa nenia: - Abbi pazienza, pazienza; se anche il cuore ti scoppia. Con Dio, no, con Dio non venir a contesa. Eccoti sciolta dal corpo. Iddio usi all'anima misericordia.»
     
      Queste due romanze che divisero i letterati in due campi e irritarono tanto Monti, il quale se la pigliava specialmente con le larve che ballano e gridano misericordia, sono tradotte con molto vigore; in certi punti sentite proprio lo spirito della poesia tedesca. Possono essere gustate in Italia? Berchet dice: No, perché gl'italiani sono increduli: questo gioco di larve è qualcosa di passato per le immaginazioni italiane che son tentate a vedervi il gotico ed il grottesco, perché sono immaginazioni classiche e serene, disposte a ridere di ciò ch'è bello in Germania. E poi, gl'italiani hanno la tendenza ad esaminare le cose poetiche dal punto di vista morale, e diranno che le due ballate sono immorali. Infatti, quale iniquitá maggiore del vedere una giovane che bestemmia Dio, non perché empia, ma perché addolorata, e che avrebbe diritto ad una certa commiserazione, vederla sprofondare sotterra sotto il peso dell'ira divina? E poi, l'ombra dello sposo aggiunge al danno l'ironia.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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