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      Che agli aranci dell'ampia Corcira
      Le fragranze piú pure involò.
     
      Ancora reminiscenze classiche. Credete che mentre stiamo attendendo l'incontro dell'esule con l'inglese, cioè la crisi, possiamo leggere con pazienza tre o quattro strofe sull'aurora e sul sole, descrizione alla maniera dei classici, che serve a distrarci ed a toglierci dal vivo della situazione?
      E quando la greca narra i mali della patria, credete che parli come Eleonora, da donna, esponendo le sue impressioni femminili ed il dolore, non tanto di aver perduto la patria - perché non è obbligata ad essere patriota - ma de' fratelli e de' parenti morti? Per esempio ella dice:
     
      No, per Dio! non si serva al tiranno.
     
      Una voce femminile non pronunzia di queste parole, per cui ci vuole l'uomo e il patriota. Cosí fatti ornamenti tolgono interesse al racconto.
      Quando infine il greco e l'inglese stanno insieme, sono rapidi e concitati come chiede il soggetto? No, sono come due oratori alla tribuna, e l'uno sviluppa le sue ragioni, e l'altro gliele ricaccia in gola. - Questo racconto è troppo lungo perché ci sia la forma diretta e popolare come voleva Berchet. Il classicismo insegue ancora il poeta mentre egli si volge ad un'altra forma.
      E sentite ancora il romantico in questa poesia, lo scrittore del Conciliatore, l'autore della lettera di Grisostomo, colui che stava sempre in mezzo alle questioni dei classici e dei romantici: lo sentite specialmente nella forma che sceglie. Annette molta importanza a quella che chiama forma epico-lirica, combattendo i classici ch'erano o soltanto epici o soltanto lirici.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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