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      Veggo or l'ire che compier si dennoE piú franco rivivo al dolor.
     
      Dall'altra parte è la contraddizione di amare la propria patria e di sentirla disonorata. Questi due sentimenti formano come una scena attraverso la quale, per una tela assai trasparente, si scorge l'Italia di quei tempi, l'Italia perduta e l'Italia venduta. E bisogna vedere ora con che finezza di analisi vengon fuori poeticamente questi due sentimenti, l'un contro l'altro armato, poiché Arrigo salva la vita all'esule, e l'esule trafigge il cuore di Arrigo, di ferita che durerá quanto la vita.
      Pare che Arrigo riempia tutta la scena e ne sia lui il protagonista - lui che fa il generoso, ha navi al suo comando, è circondato di domestici, viaggia per l'Europa a diporto, è felice. L'altro che attenta ai propri giorni e pasce le greggi altrui, sembra quasi un servo della gleba rispetto ad Arrigo. Ma ciò che fa impressione agli uomini non volgari, non è quell'apparenza; noi sentiamo interesse per una povera contadina, poniamo Lucia, e guardiamo con disprezzo gli uomini piú potenti quando il loro cuore è volgare.
      Se volete sentire la differenza fra i due, senza ricorrere ad analisi, basta guardarli. Lí è il ricco dalla faccia annoiata: sentite che il tarlo del tedio lo consuma. L'altro arando terra non sua, ha la faccia serena. Giá dall'aspetto traspare la differenza di posizione morale.
      Arrigo ha ricevuto un colpo che gli ha troncato la vita: sentirsi inglese, portare un nome pronunziato giá con tanto orgoglio, ed ora esser condannato a sentirsi dire:


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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