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      O ci č del nuovo?
      Vi dirň francamente che in Niccolini non č vestigio di sentimento religioso; - parlo del sentimento dell'infinito e di un ordine di cose universale, al di fuori ed al di sopra di noi, che lo contempliamo in tanti mondi i quali ci circondano e ci fanno corteggio, - quello che alcuni chiamano armonia, altri caos, altri mistero; ma, comunque considerato, dá una tinta religiosa anche all'ateo ed allo scettico. Infatti, lo trovate sia in quelli che innalzano inni all'armonia universale, come in Newton, il quale dice: - lá, in quegli spazi si scorge l'orma del creatore, - e nella magnifica creazione di Humboldt, nel Cosmos; sia in quelli che negano ed imprecano come Leopardi e Byron, nella schiera che l'Inghilterra chiamava satanica. In Niccolini niente di vago, di fantastico, nessuna aspirazione allo sconosciuto, onde pure l'artista deve cavare i suoi motivi. In lui tutto ha contorni plastici e determinati, niente che vada al di lá ed innalzi l'animo a regioni superiori. La sua idea rimane l'antica idea classica italiana, senza alcun che di moderno.
      C'č almeno in essa la sua personalitá? Poiché, chi riproduce un'idea - anche se la riproduzione č abilmente fatta - se non le dá il battesimo del suo pensiero e del suo sentimento, l'impronta del suo animo, quell'idea non gli appartiene, non č lui. C'č dunque qui una fisonomia nuova, la quale esca dalla personalitá di Niccolini? Per rispondere acconciamente, dobbiamo vedere che cosa la natura e l'educazione avevan fatto di lui.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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