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      La correzione può dirsi proprio forma dello spirito di Niccolini, e se ben guardate la troverete nella sua vita materiale e intellettuale e morale. Professore di storia e di mitologia, vivuto sempre sepolto in mezzo a' libri e nello studio, estraneo ad ogni movimento politico ed intellettuale e religioso del suo tempo, - la sua vita è quasi una linea diritta; non un errore, non una passione, non una vicissitudine, niente di quell'alternativa di dolori e di piaceri che rende interessante una vita. È vita solitaria, modesta, ritirata in sé, immacolata, senza fallo alcuno, vita del dovere e della virtú; ma non di una virtú provata nelle lotte, nelle contraddizioni, nella miseria; - di una virtú piú facile. Naturalmente egli si mostra seguace del dovere e in ispecie della morale, che gli davano gli esempi classici.
      È vita senza crespe, sí che non ci vuol molto a conoscerla tutta. Non un amore, non orma di sentimento di famiglia, non orma di un trascorso, di una sventura; in tempi di cospirazioni, non orma di segreti movimenti. Anche la vita materiale è corretta, ma non interessante.
      Osserviamo la vita morale. Cos'era il sentimento per Giambattista Niccolini? Per venti anni parla di belle arti, nella scuola di belle arti; ma aveva davvero il senso dell'arte, il piacere che nasce dalla letteratura, almeno il sentimento del professore che ama i suoi giovani e vuol creare una scuola, e si riflette ne' giovani come l'artista nella sua opera? Quali erano i suoi istinti? Come partecipava alla vita rumorosa che lo circondava?


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





Niccolini Giambattista Niccolini